Pubblicata il: 30 Giugno 2021
Con il decreto c.d. Rilancio del maggio 2020, che ha introdotto il “Superbonus 110%”, e con le prime assemblee condominiali (anche tenute in videoconferenza), i proprietari e i proprietari/condomini hanno iniziato a rivolgersi all’ASPPI per meglio comprendere questa complessa materia.
In particolare, il combinato tra il Superbonus e il c.d Bonus Facciate al 90% (introdotto con la Legge di Bilancio 2019, ma, di fatto, non “utilizzato” nel 2020 in ragione della nota emergenza sanitaria) ha aperto una discussione nei condomini e tra i proprietari di abitazioni unifamiliari per valutare l’accesso ai diversi contributi fiscali connessi ai lavori di manutenzione (si può dire, senza dubbio alcuno, che tutti i condomini hanno indicato all’ordine del giorno, in questi mesi, la delibera in merito agli interventi oggetto di bonus, quantomeno per una preliminare valutazione di fattibilità).
Dopo ormai diversi mesi di esperienza quotidiana nel fornire consulenza ai nostri iscritti sul tema, possiamo dire che esistono due opposte “fazioni”; da una parte, coloro che colgono la grande opportunità (probabilmente non più ripetibile) di migliorare la propria abitazione e/o il proprio edificio con un esborso decisamente limitato e, quindi, chiedono assistenza per comprendere ogni aspetto per accedere ai vantaggi fiscali, dall’altra, coloro che sono particolarmente preoccupati e, quindi, chiedono la nostra consulenza per capire quali rischi in caso di accertamenti dell’Ade e per conoscere le conseguenze rispetto alla propria abitazione in caso di lavori condominiali (ad esempio, per i lavori di isolamento termico).
E’ corretto, quale associazione che tutela la proprietà, spiegare agli utenti che i lavori di manutenzione (sia di efficienza e risparmio energetico che di sicurezza dello stabile, ma anche le sole opere di manutenzione dei prospetti) aumentano il valore dell’immobile e realizzano importanti benefici per la proprietà: quindi, gli incentivi messi in campo in questi anni devono essere attentamente valutati come una vera opportunità e occasione “da non perdere”.
Altresì, insieme alla convenienza nella realizzazione di opere collegate ai bonus fiscali, deve essere raccomandata, però, grande attenzione e grande serietà nella scelta degli operatori (imprese, General Contractor, professionisti).
In questo complicato contesto, il Legislatore deve intervenire probabilmente in diversi aspetti normativi, ma qui segnaliamo una questione in particolare e ciò proprio al fine di evitare che le norme introdotte – con la chiara e manifesta volontà di “premiare” tutte quelle opere che permettano maggiore efficienza energetica e sicurezza dei nostri edifici – possano non trovare concreta applicazione.
Ci riferiamo ai tempi degli interventi per accedere ai diversi bonus fiscali (31/12/2021 per il bonus facciate, 31/12/2022 per il superbonus, qui con delle distinzioni temporali).
L’attuale situazione mostra un mercato dell’edilizia “in preda al panico”.
Le tempistiche oggi in vigore, per attuare le opere connesse ai bonus, stanno creando “disfunzioni” e “disagi” nel mercato e tra committenti (proprietari e condomini) e operatori.
Dal nostro “punto di osservazione” evidenziamo alcuni aspetti:
– in caso di cessione del credito ad istituto bancario (in ragione dell’art. 121 Decreto Rilancio), vi sono numerose difficoltà nel “dialogare” con le banche (a causa del pochissimo personale messo a disposizione per la questione bonus) e le richieste di documentazione sono decisamente “laboriose” (e, in alcuni casi, anche non espressamente previste dalla norma) con il rischio di dilatazione dei tempi (le banche per deliberare hanno tempi non inferiori a due mesi, dopo la consegna di tutta la documentazione);
– il mercato offre, alla stato, pochissime imprese e/o general contractor in grado di assumere nuovi lavori (perché in gran parte “prenotate”) e, soprattutto, imprese in grado di praticare il c.d. sconto in fattura;
– i prezzi del materiale (spesso le materie prime sono introvabili), delle maestranze qualificate, dei ponteggi (solo per fare alcuni esempi) sono decisamente aumentati in misura esponenziale e, inoltre, le imprese che praticano lo sconto in fattura, a loro volta, cedono il credito fiscale, con aggravio ulteriore dei costi complessivi.
Tutto ciò accade perché i tempi per effettuare le opere sono, di fatto, prossimi alla scadenza: per il bonus facciate, il termine del 31 dicembre 2021 è “dietro l’angolo”, ma anche il termine per il superbonus al 31 dicembre 2022 è decisamente “ristretto”, in quanto trattasi di lavori complessi che richiedono, come noto, una lunga elaborazione progettuale e decisionale.
Chiediamo, quindi, al Governo e al Parlamento, anche con la eventuale razionalizzazione dei diversi bonus, di fornire “certezze” sui tempi agli operatori e, soprattutto, ai cittadini; è indispensabile prorogare le attuali scadenze e, in ogni caso, prevedere una norma “transitoria” che consenta a coloro che hanno dato inizio alle opere di proseguirle con la attuale percentuale di bonus fiscale.
Tutto ciò permetterebbe ai soggetti interessati di programmare con “calma” e attenzione le opere di manutenzione, così calmierando anche il mercato e, soprattutto, darebbe grande e decisivo impulso alla nostra economia dopo oltre un anno di crisi pandemica.